Lettori fissi

10 gennaio 2013

GUIDA: L'alimentazione

 
Vi sono migliaia di specie di pesci e di conseguenza una varietà di regimi alimentari. A grandi linee si possono classificare i pesci in carnivori, vegetariani e onnivori. Ovviamente, per carnivoro nel caso dei pesci si intende un animale che si nutre di alimenti di origine animale, in particolare invertebrati (come crostacei e insetti) e altri pesci. Se si mantengono nella stessa vasca pesci carnivori e vegetariani, risulta difficile fornire a ciascuno il corretto regime alimentare.
Per fornire un’alimentazione equilibrata, più simile possibile a quella naturale, è importante studiare la storia naturale della specie in questione, le sue preferenze alimentari e il modo in cui si alimenta.
Il colore della livrea nei pesci dipende in larga misura da sostanze che si trovano nell’alimento, pertanto una dieta variata è importante non solo per la salute, ma anche per rendere al meglio la colorazione dei pesci.


Alimentazione erbivora

Gli erbivori, che si nutrono di alghe e/o piante acquatiche, sono in generale più difficili da alimentare correttamente perché hanno richieste nutritive complesse. In generale i pesci erbivori richiedono una dieta con basso contenuto di grassi (meno del 10%) e un contenuto di proteine del 30-40%.
Un pesce erbivoro può assumere il 5% del proprio peso in alimento, pertanto può essere difficile alimentarlo a sufficienza con cibo in fiocchi per pesci erbivori. Nel caso di alcune specie è possibile somministrare un’integrazione di vegetali freschi come zucchine parzialmente bollite, zucchine crude a pezzetti, broccoli e cavolo. La somministrazione di questi alimenti ha il vantaggio di fornire una buona quantità di vitamina C.
Un altro tipo di supplemento vegetale “casalingo” consiste nel bollire foglie di lattuga e spinaci fino ad intenerirle e appenderle con una clip in cima alla vasca, in modo che galleggino in superficie. Un altro ingrediente che molti pesci apprezzano sono i piselli leggermente cotti; prima di offrirli ai pesci vanno schiacciati leggermente tra le dita per sbucciarli. La buccia può infatti causare problemi ai pesci.
Le foglie di lattuga possono essere offerte fresche, ma vanno “piantate” sul fondo, altrimenti di solito i pesci le ignorano.
I resti di vegetali freschi vanno asportati dalla vasca tutte le sere, per evitare che si decompongano inquinando l’acqua.


Alimentazione carnivora

I pesci carnivori (ad esempio il pesce oscar) sono in genere feroci predatori e la loro presenza in una vasca di pesci misti non è consigliata per ovvie ragioni. Questi pesci in genere vengono nutriti con prede intere, complete dal punto di vista nutritivo; gli alimenti commerciali o i pezzi di prede (es. polpa di pesce) possono non essere adeguati al loro mantenimento. D’altro canto la somministrazione di pesci preda può comportare l’introduzione nella vasca di batteri patogeni e parassiti, quindi i pesci da alimentazione richiedono un adeguato periodo di quarantena e osservazione prima di essere dati in pasto ai pesci carnivori.


Alimentazione onnivora

I pesci onnivori in generale sono i più facili da allevare, in quanto si può diversificare molto la loro dieta. La base dell’alimentazione può essere un mangime commerciale per pesci tropicali di ottima marca, integrata con cibo fresco, congelato  o vivo e vegetali. In commercio si trovano alimenti congelati contenenti crostacei, gamberetti, larve e vermi di piccole dimensioni, che forniscono un arricchimento della dieta.

In generale i pesci onnivori richiedono una dieta con basso contenuto di grassi (meno del 10%) e un contenuto di proteine del 35-45%.

 

Tipi di alimento


Alimento congelato
È molto pratico e conveniente. Consiste in cubetti da scongelare prima della somministrazione. Vi sono tipi di cibo, tra cui Artemisia e larve di chironomidi, e di dimensioni, adatti praticamente ad ogni specie di pesce.

Alimento disidratato
È in formato a cubetti, anche questi molto pratici.

Compresse
Alcuni tipi sono formulati per andare a fondo e sono quindi adatte ai pesci che si nutrono sul fondo.

Fiocchi
Sono il tipo di mangime più comune, adatto a carnivori ed erbivori. Sono integrati con sostanze che esaltano la colorazione dei pesci. I fiocchi vanno somministrati con parsimonia per evitare di inquinare la vasca.

Bastoncini galleggianti
Sono adatti ai barbi di dimensioni maggiori.

 
Granuli
Ve ne sono che galleggiano oppure affondano, secondo il tipo di pesci da alimentare.


Alimenti per avannotti
Sono formulati in polvere o liquidi, da somministrare in gocce, per fornire ai giovani pesci alimenti adeguati alla loro taglia minuta.






Cibo vivo
Non è facile da reperire ma è molto apprezzato dai pesci. Il più comune è rappresentato da Daphnia e larve di chironomidi e artemie. Sono solitamente venduti in sacchettini di plastica pieni d’acqua. Prima di somministrarli vanno scolati con un colino a maglie fitte, in modo da scartare l’acqua che non va versata nell’acquario.
Le larve di zanzara possono essere “prodotte” in casa durante la bella stagione, lasciando un secchio d’acqua all’aperto che ben presto conterrà le piccole larve da somministrare ai pesci dopo averle raccolte con un colino.


 
Quantità e frequenza dei pasti

La qualità e la quantità di alimento da somministrare ai pesci dell’acquario sono parametri fondamentali per la loro salute. L’eccesso di cibo non solo porta a problemi di obesità, ma anche all’inquinamento dell’acqua. Non si deve tuttavia cadere nell’errore opposto, di alimentare i pesci in modo insufficiente e affamarli.
Come regola generale, si somministra ad ogni pasto la quantità di cibo che viene completamente consumata in 3-5 minuti. I pesci adulti possono essere alimentati con tre piccoli pasti al giorno, pratica preferibile ad un solo abbondante pasto giornaliero che con maggior probabilità lascia residui di alimento a inquinare la vasca.
La quantità di cibo ideale varia anche secondo la specie. Alcune specie dal metabolismo più attivo richiedono una quantità di alimento maggiore di specie più calme.

5 gennaio 2013

GUIDA: Prodotti per l'acquario


Prodotti decloranti
Il cloro contenuto nell’acqua di rubinetto è tossico per i pesci e quando si rabbocca la vasca è necessario rimuoverlo. I prodotti decloranti agiscono eliminando il cloro istantaneamente. Per eliminare il cloro senza usare sostanze chimiche è necessario lasciare che si dissipi naturalmente lasciando decantare l’acqua, il che richiede circa 24-48 ore.
 
Biocondizionatori
I biocondizionatori combinano l’azione declorante con l’eliminazione dei metalli pesanti, come piombo, cromo e rame, molto tossici per i pesci. Si possono utilizzare quando si prepara un nuovo acquario o quando si effettua un cambio dell’acqua. Permettono di impiegare con tranquillità anche acqua di rubinetto della quale non si conoscono bene le proprietà.
 
Acceleranti del ciclo dell’azoto (batteri)
Quando si allestisce un nuovo acquario occorrono settimane o mesi perché si instauri il ciclo dell’azoto, tramite lo sviluppo di batteri che convertono l’ammoniaca in nitriti e i nitriti in nitrati, meno tossici dei precedenti. Per accelerare il processo si possono utilizzare specifici additivi contenenti i batteri utili a dare inizio al ciclo. Trattandosi di batteri assolutamente innocui non c’è pericolo di sovradosaggio, tuttavia non si deve avere fretta di riempire la vasca di pesci dopo il loro utilizzo e va comunque testata l’acqua per verificare che siano presenti i corretti parametri.
 
Chiarificatori dell’acqua
Agiscono facendo precipitare le particelle in sospensione che rendono l’acqua torbida, in seguito alla proliferazione batterica causata da un’eccessiva somministrazione di cibo o da una luce troppo intensa.
 


GUIDA: I cambi dell'acqua

 
Cambiare l'acqua nel nostro acquario è necessario per eliminare parte delle sostanze inquinanti, Cambi dell’acqua frequenti sono benefici per la salute dei pesci, favorendone vitalità, resistenza alle malattie, brillantezza dei colori e longevità. Il cambio dell’acqua è l’unico modo per eliminare i nitrati dalla vasca e aiuta anche a mantenere un corretto pH. L’ideale è un cambio del 15% dell’acqua ogni settimana, ma si può fare anche un cambio più consistente ogni 2-3 settimane anche se è meglio non rischiare, inoltre facendo raramente i cambi e facendone uno solo, ma molto consistente, altereremmo la biologia della nostra vasca, cosa che non giova affatto agli inquilini.
Il sistema più pratico consiste nell’utilizzare un tubo che funga da sifone, in caso contrario si deve ricorrere ad un secchio per asportare l’acqua. L’acqua da rabboccare deve essere alla stessa temperatura di quella della vasca e declorata cioè lasciata decantare per circa 24 ore giorni o trattata con appositi prodotti chiamati biocondizionatori che eliminano cloro e metalli pesanti. Alcune persone molto prudenti utilizzano entrambi i metodi.

5 novembre 2012

GUIDA: La manutenzione

Perché l’acquario funzioni a dovere e i pesci si mantengano in salute è necessario effettuare una regolare manutenzione.

Ogni giorno

  • nutrire i pesci;
  • accendere le luci dell'acquario o dopo l'alba, o dopo che le luci della stanza sono state accese per un po' di tempo, per evitare ai pesci una transizione brusca e stressante dal buio alla luce;
  • osservare i pesci per controllarne le condizioni (eventuali pesci morti vanno prontamente rimossi e quelli che appaiono malati vanno subito trasferiti in una vasca-infermeria);
  • controllare la temperatura;
  • verificare che tutti gli apparecchi (filtri, luci, pompa dell’acqua, riscaldatore) siano efficienti;
  • verso sera, controllare le condizioni di salute delle specie notturne, che durante il giorno si riposano nei loro rifugi.

Ogni settimana

  • cambiare il 15-20% dell’acqua con nuova acqua alla stessa temperatura;
  • controllare il pH, il livello di nitrati, nitriti con gli appositi test;
  • eliminare le foglie e le piante morte e pulire la parte interna dei vetri dell’acquario (evitando quello posteriore se in vasca sono presenti dei pesci gatto);
  • controllare la provvista di cibo, medicinali, test, etc, e se occorre acquistare i prodotti mancati.

Ogni mese

  • fare manutenzione ai filtri, pulendo la parte meccanica senza toccare MAI la parte biologica;
  • sifonare il fondo per ripulirlo dai detriti (facoltativo);
  • eliminare piante morte o in cattive condizioni, sostituirle con piante in buona salute.
 
     


24 ottobre 2012

GUIDA: Come inserire i pesci nell'acquario

Al momento dell’acquisto, il rivenditore inserisce i pesci in un sacchetto di plastica contenente dell’acqua e molta aria che contiene l'ossigeno, molto importante. Questo sacchetto andrebbe inserito in un altro sacchetto di carta, in quanto con il buio i pesci si stressano meno. Durante le giornate molto calde o fredde è preferibile portare con sé una borsa o una scatola isolante termica per evitare agli animali uno sbalzo termico. I pesci devono essere portati a casa più rapidamente possibile.
Inoltre per stressare meno i pinnuti ci sono in commercio delle sostanze con vari estratti naturali che rilasciano nell'acqua del sacchetto sostanze benefiche e rilassanti per i pesci. Se si devono trasportare per molto tempo (4 o 5 ore), possono essere utili delle pastiglie di ossigeno da sciogliere nell'acqua, di modo che i pesci abbiano un ambiente abbastanza favorevole.
IArrivati a casa, il sacchetto di plastica contenente i pesci va posato dentro l’acquario, di modo che la temperatura nel sacchetto diventi uguale a quella della vasca. Se il viaggio dal negozio non è durato più di 20 minuti il sacchetto può essere lasciato chiuso, in caso contrario va aperto per permettere l’ossigenazione dei pesci.  E' di utilità “preparare” i pesci aggiungendo all’acqua del sacchetto una piccola quantità dell’acqua dell’acquario, anche se per adattarsi alle nuove condizioni chimiche ai pesci sono comunque necessari vari giorni. Quando l’acqua del sacchetto è alla stessa temperatura di quella della vasca (circa 30-40 minuti) i pesci possono essere liberati nell’acquario inclinando con delicatezza il sacchetto.
Prima di nutrire i pesci occorre attendere alcune ore perché si adattino al nuovo ambiente. Inizialmente si deve offrire una piccolissima quantità di cibo per evitare che la parte che non viene mangiata sovraccarichi il sistema del filtro biologico.

GUIDA: Il ciclo dell'azoto

I pesci immettono nell’acqua in cui vivono sostanze di scarto, principalmente ammoniaca (NH3), che si accumulano nell’acqua e che porterebbero ben presto a condizioni insostenibili per la vita, senza un adeguato sistema di filtrazione. Per mantenere l’acqua pulita è indispensabile l’azione del filtro biologico, costituito da batteri benefici che convertono l’ammoniaca prima in nitriti (NO2) e quindi in nitrati (NO3), a bassa tossicità, compiendo il cosiddetto ciclo dell’azoto.




Prima che l’acquario possa accogliere i pesci è necessario prepararlo avviando il ciclo dell’azoto; in caso contrario si può causare la cosiddetta sindrome della vasca nuova, causata dal rapido aumento dell’ammoniaca causata dal metabolismo dei pesci e dalla decomposizione delle feci e dei resti di cibo.
La preparazione della vasca richiede mediamente 4-6 settimane; il tempo necessario dipende da vari fattori quali le dimensioni della vasca, la temperatura dell’acqua, il tipo di sistema di filtrazione e il numero di pesci impiegati per l’avviamento.Un paio di settimane dopo aver immesso nella vasca alcuni pesci per l’avviamento, l’ammoniaca inizia ad accumularsi. Questo porta alla rapida moltiplicazione dei batteri che utilizzano ammoniaca per convertirla in nitriti e successivamente di quelli che trasformano i nitriti in nitrati, dando il via al ciclo dell’azoto. I batteri per moltiplicarsi hanno bisogno di ossigeno, che viene fornito tramite la pompa per l’aerazione.
I nitrati iniziano progressivamente ad aumentare, ma sono molto meno tossici di ammoniaca e nitriti. I nitrati vengono eliminati dalla vasca tramite frequenti cambi d’acqua parziali.
Durante il periodo di avviamento occorre monitorare i valori di pH, ammoniaca, nitriti e nitrati tramite gli appositi test in vendita nei negozi di acquari. È normale una lieve diminuzione del pH durante la fase di avviamento.
Il ciclo dell’azoto è un fenomeno naturale che deve svolgersi in un certo periodo di tempo (solitamente si completa in 4 - 5 settimane), tuttavia lo si può accelerare leggermente con vari accorgimenti, anche se conviene aspettare più tempo per ragioni di sicurezza:

  • Aggiunta di ghiaino, canolicchi prelevati da un acquario maturo e senza problemi di malattie. Nel ghiaino e nei canolicchi è presente un’abbondante flora batterica e l’aggiunta di una piccola quantità può rapidamente colonizzare la nuova vasca.
  • Aggiunta di cibo. Una piccola quantità di cibo (è sufficiente un pizzico) aggiunta all’acqua tutti i giorni rappresenta una fonte di cibo per i batteri. Una quantità eccessiva può tuttavia decomporsi e causare l’inquinamento dell’acqua.
  • Aggiunta di prodotti commerciali. In vendita si trovano biocondizionatori contenenti batteri del ciclo dell’azoto da aggiungere al filtro, che possono accelerare significativamente la preparazione della vasca.

In ogni caso ci vuole del tempo perché si stabilisca una colonia batterica efficiente; non si deve affrettare l’introduzione di molti pesci contemporaneamente, altrimenti la capacità del filtro biologico di pulire l’acqua verrebbe sopraffatta. Un paio di settimane dopo che la vasca è pronta e presenta le corrette caratteristiche chimiche si inizia a introdurre pochi pesci alla settimana. Aggiungendo gli animali in modo graduale si permette ai batteri di replicarsi in proporzione alla quantità di ammoniaca presente nell’acqua, senza che questa aumenti in modo eccessivo.
Durante il periodo di avviamento si può osservare un intorbidimento dell’acqua dovuto alla crescita batterica. È un fenomeno normale; se il sistema di filtrazione è adeguato, l’acqua dovrebbe ritornare limpida in pochi giorni.

23 ottobre 2012

GUIDA: I valori dell'acqua


L'acqua contiene molte sostanze che sono più o meno nocive per i pesci, un buon acquariofilo deve saper fare i test dell'acqua possibilmente con i test a reagente (ce ne sono di tante marche e di tanti prezzi), e non con le striscette, perchè considerate poco affidibili e imprecise. Le principali "sostanze" da testare dell'acqua sono: pH (acidità), kH (durezza carbonatica), gH (durezza totale), NO2 (nitriti), NO3 (nitrati) e CO2 (anidride carrbonica),(da dedurre tramite una tabella di correlazione tra il pH (acidità) e il kH (durezza carbonatica), trovano così la giusta quantità disciolta in acqua, a patto che non si usino altri acidificanti come la torba, estratti di catappa, quercia, ontano, etc.).
Altri test che si possono effettuare sono questi: NH3 (ammoniaca), NH4 (ammonio), O2 (ossigeno), PO4 (fosfati), Fe (ferro), Cl (cloro), Mg (magnesio), Cu (rame), Ca (calcio), conducibilità, salinità, alcalinità, etc.


pH
Il pH indica il grado di acidità, vale a dire il numero relativo di ioni idrogeno (H+) e ioni idrossido (OH-) nell’acqua. Maggiore è la quantità di ioni idrogeno più l’acqua è acida; viceversa, maggiore è la quantità di ioni idrossido, più l’acqua è alcalina. Se il loro numero è uguale, l’acqua è neutra. Il pH viene misurato solitamente da 0 (molto acido) a 14 (molto alcalino), mentre il pH 7 è neutro. La scala è su base logaritmica, vale a dire che la variazione di un’unità riflette una variazione di 10 volte il grado di acidità o alcalinità: un pH 5 è dieci volte più acido di un pH 6 e 100 volte più acido di un pH 7.

Il normale range di pH per i pesci d’acqua dolce è di 6-8 e per quelli marini 7,5-8,5. I pesci d’acqua dolce sono abbastanza tolleranti di valori di pH al di fuori del loro range, purché non estremi. Per questi pesci può essere più pericoloso tentare di riportare rapidamente il pH nel range corretto con l’utilizzo di prodotti chimici che lasciarlo com’è, perché le fluttuazioni repentine del pH sono nocive.Negli acquari con molta vegetazione il pH tende a variare perché durante il giorno le piante utilizzano per la fotosintesi l’anidride carbonica, facendo aumentare il pH. Durante la notte invece le piante emettono anidride carbonica, abbassando il pH. Le variazioni di pH si possono evitare utilizzando sostanze tampone (vedi Alcalinità). Il pH viene influenzato anche dall’accumulo di rifiuti organici e dall’anidride carbonica prodotta dai pesci. Se il ricambio dell’acqua è insufficiente o poco frequente, i detriti organici si accumulano abbassando il pH. In questo caso sarà elevato anche il livello di nitrati. Se il pH si abbassa troppo i batteri nitrificanti del filtro biologico non agiscono correttamente con un conseguente aumento dell’ammoniaca. I pesci producono anidride carbonica, il cui livello tenderà ad aumentare eccessivamente, con conseguente diminuzione del pH, se la superficie della vasca è troppo piccola; è infatti sulla superficie dell’acqua che avvengono gli scambi gassosi, con assorbimento di ossigeno e rilascio di anidride carbonica da parte dell’acqua. L’eccesso di anidride carbonica inoltre ostacola l’assorbimento di ossigeno da parte dei pesci. Il grado di pH dell’acqua può essere misurato con vari test. Se il pH si discosta da quello ideale per la specie si può intervenire effettuando dei cambi parziali dell’acqua ed eventuali aggiunte di prodotti specifici, seguendo con cura le indicazioni riportate sulla confezione per evitare variazioni brusche del valore.

kH
È la durezza dovuta agli ioni idrogenati. Viene chiamata temporanea o carbonatica perché questi ioni dopo l'ebollizione precipitano. Si ottiene sperimentalmente sottraendo alla durezza totale la durezza permanente. Essa è dovuta soprattutto alla presenza dei bicarbonati di calcio e magnesio. In acquario il valore ideale è tra 3 e 10, a seconda del valore che richiedono i pesci, però il valore non dovrebbe mai aggirarsi al di sotto dei 3, massimo 2 gradi, altrimenti si rischierebbero delle oscillazioni di pH, poichè il kH funge da sostanza tampone per il pH, infatti abbassano questo è anche possibile abbassare il pH, però in modo graduale, perchè molti pesci sono sensibili a questi sbalzi di acidità.

 
gH
La durezza totale misura la quantità di sali disciolti nell’acqua e dipende dalla presenza di calcio e magnesio. Il livello di durezza solitamente non è correlato a problemi ai pesci. Un’acqua moderatamente dura ha benefici per la salute. Il calcio viene utilizzato nel metabolismo e inoltre diminuisce la tossicità dei metalli pesanti. I coralli utilizzano il calcio per produrre lo scheletro, e può quindi essere necessario aggiungere regolarmente del calcio negli acquari marini.
La presenza di minerali nell’acqua è indispensabile; i pesci non possono sopravvivere in acque completamente prive di minerali come l’acqua distillata. L’assorbimento di minerali dall’acqua è altrettanto importante, se non di più, di quello alimentare.
Ogni specie di pesce ha bisogno di determinate durezze, perciò bisogna associare specie con le stesse necessità.
La misura più comune per rappresentare la durezza è costituita dai gradi francesi, °f. Viene anche definita dai milligrammi d calcio carbonato per litro d’acqua (vale a dire le parti per milione, ppm). 1 °f corrisponde a 10 mg/l di CaCO3. In acquariofilia si usano spesso i gradi tedeschi (°dGH o °T). Si possono convertire i gradi tedeschi in gradi francesi in questo modo: 1 °dGH = 1,78 °f, mentre 1 °fr = 0,56 °dGH.

In genere, le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue
  • fino a 7 °f: molto dolci
  • da 7 °f a 14 °f: dolci
  • da 14 °f a 22 °f: mediamente dure
  • da 22 °f a 32 °f: discretamente dure
  • da 32 °f a 54 °f: dure
  • oltre 54 °f: molto dure.

NO2

I nitriti derivano dall'ossidazione dell'ammoniaca ad opera dei batteri del filtro, perciò sono il risultato della seconda fase del ciclo dell'azoto. Negli acquari già avviati e popolati da tempo questi batteri sono presenti in numero consistente nel filtro, nel fondo, sulle piante. In un acquario nuovo devono prima svilupparsi e per svilupparsi hanno bisogno delle sostanze di rifiuto da smaltire e trasformare, infatti non bisogna mai aggiungere nuovi materiali /I nitriti derivano dall'ossidazione dell'ammoniaca ad opera dei batteri del filtro. Negli acquari già avviati e popolati da tempo questi batteri sono presenti in numero consistente nel filtro, nel fondo, sulle piante. In un acquario nuovo devono prima svilupparsi e per svilupparsi hanno bisogno delle sostanze di rifiuto da smaltire e trasformare. Inoltre non bisogna inserire in un acquaio già avviato nuovi materiali come canolicchi, dove si insedieranno batteri nitrificanti, perchè si potrebbe riverificare un nuovo ciclo di azoto, e i pesci non tollerano nitriti nell'acqua perchè sono tossici.

 
NO3
I nitrati derivano dall'ossidazione dei nitriti in acquario, perciò sono il risultato della terza ed ultima fase del ciclo dell'azoto e hanno una tossicità non pericolosa per i pesci. Per allevare pesci molto delicati è consigliabile una concentrazione fino a 20 mg/l. Un valore che si aggira intorno ai 50/l è buono per la maggior parte dei pesci, ma può favorire la crescita delle alghe. Se viene riscontrato un valore che supera i 50 mg/l è necessario un cambio parziale dell'acqua.

 
CO2
L'anidride carbonica (nota anche come biossido di carbonio o diossido di carbonio) è un ossido acido (anidride) formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali. È ritenuta uno dei principali gas serra presenti nell'atmosfera terrestre. È indispensabile per la vita e per la fotosintesi delle piante, infatti le piante svolgono la fotosintesi clorofilliana e emettono anidride carbonica. Per aiutare le piante a crescere meglio e ad avere un ulteriore nutrimento, molto spesso negli acquari si aggiungono impianti, che possono essere a bombola o biologici, che immettono questa sostanza in acquario favorendo anche l'ossigenazione dell'acqua, perchè le piante emettono più ossigeno.
La quantità ideale disciolta in acqua è tra 15 e 40 ppm e può essere scoperta, osservando una tabella che correlaziona il valore del pH e quello del kH:



 
NH3
L'ammoniaca è un composto dell'azoto di formula chimica NH3 ed è prodotta dalla decomposizione di sostanze organiche all'interno della vasca e quindi  dà inizio al ciclo dell'azoto.
L'ammoniaca in acquario non deve essere presente e se si riscontrano anche valori minimi si consiglia di eseguire un cambio parziale di acqua.


NH4
L'ammonio (NH4) nell'acqua indica la presenza di residui organici dovuti agli escrementi dei pesci, ai residui di mangime non consumato e dalle piante in fase di decomposizione. Questa è la prima fase di trasformazione da parte di batteri specializzati, il cosiddetto ciclo dell'azoto. Una presenza con concentrazione da 0,10 mg/l a 0,50 mg/l è normale. Nel caso di una presenza superiore, si consiglia di eseguire un cambio parziale dell'acqua.

 
PO4
Anche i fosfati hanno la loro importanza in acquario soprattutto per le piante. Una concentrazione tra 0,02 mg/l e 0,50 mg/l è l'ottimale per la crescita delle piante, mentre un valore superiore, anche se non tossico, può favorire la crescita delle alghe.

 
Cl
Il cloro è l'elemento chimico della tavola periodica con numero atomico 17 e simbolo Cl. Il cloro è verde giallastro, due volte e mezzo più pesante dell'aria, ha un odore soffocante estremamente sgradevole ed è molto velenoso. È un potente agente ossidante, sbiancante e disinfettante, per questo non deve essere presente in acquario e quando si fa un cambio parziale d'acqua è buona regola lasciare decantare in una tanica o una bacinella pulita l'acqua per circa 24 ore, oppure usare un biocondizionatore, una sostanza speciale che lega i metalli pesanti e il cloro e li elimina, rendendo l'acqua del cambio sicura.

 
O2
L'ossigeno si trova in forma di gas costituito da due atomi O2. Questa molecola è un importante componente dell'aria prodotta dalle piante durante la fotosintesi, ed è necessaria per la respirazione degli esseri viventi. Più la temperatura dell'acqua è alta e più scarseggia l'ossigeno, perchè evapora. Ecco i valori:


°C
4
6
8
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Mg/l 02
12,7
12,1
11,5
10,9
10,7
10,4
10,2
10
9,8
9,56
9,37
9,18
9
°C
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
Mg/l 02
8,84
8,68
8,53
8,38
8,25
8,11
7,99
7,86
7,75
7,84
7,53
7,42
7,32


I valori ideali sono compresi tra 5 e 9, 8 è un valore ottimo.


Tutti questi valori sono importantissimi per l'acquario e devono essere monitorati almeno una volta alla settimana o ogni due settimane, per assicurarsi il buon funzionamento della vasca. Se si riscontrano valori che non sono buoni, bisogna provvedere a metterli in sesto.